Natale in Italia: tradizioni regionali insolite

Sono finalmente riuscita a scovare alcune tradizioni insolite che caratterizzano il Natale in Italia. Soddisfatta della mia scoperta, mi metto subito al pc per parlarvene.

Natale in Sardegna: il Canto della Sibilla

Ad Alghero, durante la messa di Natale di mezzanotte celebrata nella Cattedrale di Santa Maria, si esegue il Canto della Sibilla: un affascinante canto liturgico con melodia gregoriana, nato nel Medioevo in Francia e diffusosi nei secoli nell’area del Mediterraneo.

La bellissima Cattedrale di Santa Maria di Alghero (foto dal sito dell’ufficio del turismo della Regione Sardegna)

Nel testo del canto si vuole annunciare la venuta di Cristo nel mondo, ma anche il Suo ritorno nel Giorno del Giudizio e l’arrivo dell’Apocalisse, e si vuole proclamare la fede della comunità.

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Autunno, eventi gastronomici in arrivo

Eccoci arrivati a settembre, si riparte dopo la pausa estiva e si riprende la routine quotidiana.

Per fortuna l’autunno, ormai alle porte, è capace di regalarci ancora giornate luminose, proprio per le quali un certo periodo dell’anno qui a Roma è noto come “ottobrata romana”. E allora perché non approfittarne per godere ancora degli eventi che ci regala il nostro Paese? Al di là della vendemmia e del vino novello, protagonisti del periodo, ecco tre eventi gastronomici da non perdere.

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San Pietro e Paolo tra dolci e tradizioni

Oggi la Chiesa festeggia i Santi Pietro e Paolo, il primo papa e l’apostolo delle genti. Come sempre, al rito ecclesiastico si accompagnano alcune tradizioni popolari di cui vi parlo di seguito.

San Pietro e Paolo: Il Veliero di San Pietro

Tra le più famose c’è quella del Veliero o Barca di San Pietro, diffusa ancora oggi nel Nord Italia. Il rito è nato in origine, come spesso accade, nel mondo contadino per prevedere le condizioni del tempo e l’esito delle coltivazioni.

La sera del 28 giugno si riempiva una brocca di acqua fredda, poi si versava all’interno l’albume di un uovo e si lasciava così all’aperto per tutta la notte: la mattina successiva l’albume, a contatto con l’acqua, era coagulato e aveva assunto una forma filamentosa che ricordava le vele di una barca.

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Feste di primavera

La primavera è il periodo dell’anno che preferisco. Anche se il tempo ancora fa i capricci, la bella stagione è alle porte e con questa iniziano ad aumentare anche le feste e gli eventi tradizionali cui partecipare. Eccone due in particolare che a mio parere meritano attenzione.

Feste di primavera: Sagra del Tataratà

La Sagra del Tataratà, o Festa di Santa Croce, si svolge ogni anno a Casteltermini, in provincia di Agrigento: da ben 356 anni! L’antichissima tradizione è legata al ritrovamento, nelle zone circostanti e in un’epoca imprecisata, di una croce, che sembrerebbe risalire addirittura all’era paleocristiana. La croce fu poi custodita in una chiesetta, chiamata tutt’ora Eremo di Santa Croce.

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Primo aprile: storia del celebre pesce

Ieri è stato il primo aprile, giornata del celebre pesce in cui è meglio guardarsi le spalle da ogni eventuale richiesta o notizia con sentore di assurdità. In Italia il pesce di aprile si è diffuso tra il 1860 e il 1880 e la prima città ad accoglierla è stata Genova. Ma com’è nata la tradizione? E perché è stato coinvolto proprio il pesce? Le ipotesi al riguardo sono tante.

Pesce d’aprile: origine francese

Per la prima ipotesi dobbiamo sconfinare dal Belpaese e recarci in Francia. Si racconta infatti che, fino al XVI secolo, in Francia il primo giorno dell’anno fosse il 25 marzo e che fino al primo aprile si festeggiasse un po’ come facciamo noi a San Silvestro e Capodanno. Ma quando nel 1564 re Carlo IX fece adottare nel Paese il calendario gregoriano, per cui il capodanno fu spostato al primo gennaio, i protestanti francesi non furono d’accordo e vi fu chi continuò a festeggiare nelle precedenti date. Per cui sembra che i cattolici, i quali invece avevano accettato il cambiamento, presero in giro i tradizionalisti invitandoli a feste inesistenti o facendo regali spiritosi in occasione del primo aprile.

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Riti di Pasqua in Sicilia

La Pasqua è la festa cristiana da sempre maggiormente sentita in tutta la Sicilia, tra rappresentazioni, rievocazioni e cortei penitenziali forti e suggestivi. Sono momenti di grande devozione e partecipazione da parte di tutta la comunità.

Ecco qui di seguito due manifestazioni regionali in particolare, che spiccano per la loro peculiarità.

Riti di Pasqua in Sicilia: Prizzi (Palermo)

La Settimana Santa di Prizzi, in provincia di Palermo, è molto caratteristica, e con la sua compresenza di manifestazioni sacre e profane ha reso il paese di fama mondiale.

Le celebrazioni si aprono con la Domenica delle Palme, che quest’anno cade il 2 aprile, con la benedizione delle palme e la processione che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.

Il giovedì santo, oltre alla tradizionale lavanda dei piedi, nelle chiese si usa anche ornare l’altare con i “Lavureddi”, semi di grano e lenticchie piantati in alcune ciotole il primo giorno di Quaresima, lasciati al buio per l’intero periodo dei quaranta giorni e ormai germogliati il giovedì Santo. Questi germogli simboleggiano il Cristo morto e risorto e la rinascita della vita, con reminiscenze pagane sulla ripresa della vita dopo l’inverno.

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Digiuno e astinenza nel Medioevo cristiano

Secondo una delle sue interpretazioni, il termine carnevale deriverebbe da “carnem levare”, ossia “levare la carne”. A mo’ di avvertimento, in passato, per il popolo cristiano, in quanto poi sarebbe cominciato il periodo di digiuno e astinenza della Quaresima.

Il Carnevale, infatti, festa di maschere e allegria, era per il cristiano occasione per eccessi e follie, per un rovesciamento dei ruoli tra ricchi e poveri, per abbuffate di cibo “offerte” anche a questi ultimi. E a questo seguiva appunto, il periodo quaresimale di digiuno e astinenza dal cibo, allo scopo di purificarsi: la privazione dal piacere della gola era visto infatti come via per ottenere la salvezza.

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Carnevale in Friuli Venezia Giulia

Il Carnevale del Friuli Venezia Giulia ti apre gli occhi su una realtà che è altro dalle maschere di Venezia, di Viareggio o di Putignano, senza nulla togliere alla fama di queste ultime. Tuttavia se ne parla, a parere mio, troppo poco; e, aggiungo, purtroppo, dato il fascino e le sfumature della festa che colorano anche questa regione.

Sauris, per esempio, tra le Alpi Carniche, si celebra il Carnevale Saurano o Zahrar Voschhankh. Qui durante la Notte delle Lanterne, che quest’anno si terrà il 18 febbraio, per le vie del luogo girano il Rolar, una figura magica che porta campanelli in vita, che usa insieme alla scopa per avvertire gli abitanti dell’inizio della mascherata, e il Kheirar, il re, che ha il viso ricoperto da una maschera di legno ed una scopa che va a battere alle porte delle abitazioni. Dopo aver spazzato il pavimento, il re presenta coppie di maschere che danzano al suono della fisarmonica. Terminati i balli, tutti, anche gli altri abitanti, in una suggestiva atmosfera percorrono con delle lanterne in mano un sentiero in mezzo alla neve, per poi raggiungere un grande falò propiziatorio e scaldarsi con la cioccolata e l’immancabile vin brulè.

foto dal sito Sauris.org

Timau, invece, il carnevale è stato influenzato dai vicini paesi di cultura tedesca. Le due figure principali sono infatti gli Jutalan e i Maschkar, nomi appunti di idioma tedesco.

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Quattro ricette tipiche di castagne

Oggi vorrei raccontarvi origini e curiosità di alcune ricette a base di castagne, ipercaloriche ma buonissime, anche se la “stagione alta” di questi piccoli frutti sta già ormai volgendo al termine.

Una di queste ricette è sicuramente la minestra di ceci e castagne. Anche se prima ero titubante riguardo all’abbinamento del piccolo frutto autunnale con il salato, ho imparato invece ad apprezzare alcune specialità che ne derivano, come questa minestra appunto. Infatti quando me ne ha parlato per la prima volta un’amica, mi sono sentita (stranamente per me) subito ispirata dalla voglia e dalla curiosità di assaggiarla.

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Giornate Medievali di Brindisi Montagna

Dopo essermi concentrata per lungo tempo sul Rinascimento, recentemente mi è capitato di imbattermi in vari eventi interessanti dedicati al Medioevo che hanno risvegliato la mia curiosità per questo periodo storico.

Proprio oggi hanno attirato la mia attenzione le Giornate Medievali di Brindisi Montagna, giunte alla ben XXIV edizione, che dal 28 al 31 ottobre tornano a vivere nel comune, appunto, di Brindisi Montagna, in provincia di Potenza.

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