Questa è una di quelle storie che mi piace ascoltare e poi raccontare. Perché parla di un’Italia dove ci sono ancora ristoratori che guardano alla qualità dei prodotti presentati e all’attenzione per il cliente. E di persone che si rimboccano le maniche per dare vita a qualcosa in cui credono.
E’ la storia di un locale nato e cresciuto nella zona dell’Emilia. Il nome? Giustospirito.
Perché, come mi è stato raccontato e come si può leggere anche sul loro sito , i titolari sono stati abili nel non incanalarsi in una sola categoria di locale ma hanno cercato di amalgamare l’atmosfera tranquilla e rilassata di un posto per famiglie a quella più attraente per giovani o comunque per una serata tra amici. Il giusto contesto per tutti, il giusto spirito appunto.
Una scelta che si riflette anche nella varietà del menu.
L’occhio del fortunato buongustaio può infatti cadere:
sulla coppia pizza e bruschetta: pizza preparata con lievito madre di loro produzione e bruschetta da scegliere tra i “tagli” al metro, con gusti dagli intramontabili agli abbinamenti speciali;
su primi piatti preparati con stuzzicanti accostamenti, come il “risotto del birraio”, mantecato al taleggio con croccante di speck ed emulsione di luppolo;
sulle molteplici opzioni a base di ottima carne: dall’hamburger agli arrosticini, dal galletto alle grigliate miste;
o ancora, per chi volesse assaggiare qualcosa di tradizionale del territorio emiliano, ci sono i classici primi piatti (gnocchetti e tagliatelle) o i taglieri con salumi e formaggi tipici, come questo qui sotto:
Invitante è dire poco, giusto?
Ma il fiore all’occhiello del locale è la birra, rigorosamente di loro produzione!
Infatti il locale di Rubiera, il primo della famiglia, è affiancato dal laboratorio del birrificio, che si può anche vedere attraverso la vetrata che dà sulla strada.
Proprio qui ho avuto la possibilità di incontrare e parlare con il signor Franco Tirelli, mastro birraio. Da sempre appassionato della materia, decide alcuni anni fa di produrla in proprio; inizialmente lo fa in casa, poi pian piano sboccia l’idea del locale.
Franco mi spiega come l’azienda punti sulla qualità del prodotto artigianale e degli ingredienti. La scelta per la fornitura di malto, ad esempio, è ricaduta sull’azienda tedesca Weyermann, la più grande malteria d’Europa a certificazione biologica.
Sempre su questa linea anche la decisione di concentrarsi su una vendita di raggio territoriale e lontano dalla grande distribuzione, affinché la bontà della birra rimanga inalterata; la Giusto Spirito, come continua a spiegarmi Franco, preferisce farsi conoscere tramite il passaparola e portare il cliente ad assaggiare il prodotto fresco nel locale stesso.
La gamma delle birre va dalla Giustospirito Pils, ispirata alla tipologia di origine ceca, la classica bionda, dissetante e leggera, alla Godiva, ossia la Weizen, simbolo della birra prodotta con malto di frumento, caratterizzata dal fondo aromatico di frutta bianca, chiodi di garofano e banana, fino alle scure, come la Nigra, la Stout irlandese. Nel mezzo, ad esempio, la Spice Girl, la cui idea nasce dall’unione tra la fresca birra belga e l’anglosassone IPA dal sapore più fruttato e intenso.
Sempre più apprezzato, il locale ha aperto in pochi anni altre tre sedi nella zona emiliana, a Reggio Emilia, Carpi e Modena. Inoltre il laboratorio della birra ha chiesto recentemente maggiori dimensioni sia per l’impianto di produzione, per cui si è arrivati ad una portata di 2500 litri, sia per quello di imbottigliamento, per cui si è passati alla preparazione di 1500 bottiglie l’ora!
Bhe…per concludere non posso che consigliarvi, se fate tappa in Emilia, un bel brindisi con il Giustospirito!
Vorrei delle notizie sul malto
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Buonasera Fabio, se hai necessità di ricevere informazioni tecniche più approfondite inerenti la produzione della birra puoi contattare direttamente il personale del Giusto Spirito. Grazie
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